A. Fabris, Ripensando ai dati in una società data-driven
Abstract
In un periodo storico eccezionale come quello che stiamo vivendo a causa della pandemia di Covid-19, in cui il mondo intero si è affidato ai dati per prendere decisioni che influenzano in maniera diretta e sostanziale la vita di tutti noi, si dimostra fondamentale promuovere un’alfabetizzazione ai dati della società che si caratterizzi per un nuovo modo di pensare ad essi. Il presente contributo offre una serie di spunti per sviluppare tale pensiero critico. Si inizierà riflettendo su come il processo di creazione dei dati sia intriso di decisioni umani, facendo sì che i numeri non siano né neutri né oggettivi. Si discuterà dei dati che non esistono e delle possibili ragioni dietro questi vuoti. Si esaminerà la questione della proprietà dei dati e il concetto di dati come bene comune. Infine, si concluderà sottolineando come la quantificazione sia solo un tipo di informazione, non necessariamente la migliore.Abstract (english)
In an exceptional historical period such as the one we are experiencing due to the Covid-19 pandemic, in which governments all over the world have relied on data to take decisions that directly and substantially influence our lives, it is essential to promote data literacy in the society, together with a new way of thinking to data. This essay offers some starting points to develop such critical thinking. We will start by reflecting on how data creation processes are imbued with human decisions, ensuring that numbers are neither neutral nor objective. We will discuss data that do not exist and the possible reasons behind these gaps. We will analyse the question of data ownership and the concept of data as a common good. Finally, we will conclude by pointing out that quantification is only one type of information, not necessarily the best one.