E. Padilla Rosa, J. Roca Jusmet, L’analisi costi-benefici versus il principio di sostenibilità: l’economia del cambiamento climatico del premio Nobel 2018 William D. Nordhaus

Autore: | Rubrica: Questioni | 719 Visite No comments

Abstract

Il Premio Nobel 2018 per l’economia conferito a William Nordhaus presuppone, da parte dell’istituzione svedese che lo attribuisce, il riconoscimento di una certa economia del cambiamento climatico. Il modello DICE, principale contributo di Nordhaus, prende in considerazione le interrelazioni tra economia e cambiamento climatico, determinando il percorso “ottimale” di riduzione delle emissioni che massimizzi il valore attuale della somma di profitti e consumi presenti e futuri. In questo modello viene applicata una logica costi-benefici per definire le azioni economiche necessarie ad affrontare il fenomeno del cambiamento climatico e viene raccomandata, di conseguenza, un’azione molto moderata tesa a limitare il riscaldamento non oltre i 3.5⁰C, in netto contrasto con le proposte di organismi come l’IPCC . L’analisi di Nordhaus incorpora una serie di scelte, in termini di metodi e parametri, operate sulla base di giudizi di valore e di ipotesi discutibili, che condizionano completamente i risultati del modello e rendono inopportuno denominare le sue prescrizioni con descrizioni quali “la politica ottimale”, o “la risposta dell’economia al problema del cambiamento climatico”. Gli aspetti più problematici di questo approccio riguardano il modo in cui si tiene conto del futuro, l’incertezza e l’applicazione stessa della logica costi-benefici. Contro questa proposta sosteniamo che l’analisi economica del cambiamento climatico dovrebbe rendere conto dei principi di precauzione, sostenibilità e giustizia ambientale.

Abstract (english)

The Nobel Prize in Economics to Nordhaus entails the recognition by the Swedish institution to a certain economics of climatic change. Nordhaus’ main contribution, the DICE model, models the interrelations between economy and climate change and determines the “optimal” path of emission reduction that maximizes the present value of the sum of utilities from current and future consumption. The cost–benefit logic is applied to define what to do in the face of climate change, recommending, as a result, a very moderate action for limiting the warming to 3.5ºC, in sharp contrast to the proposals of organisations such as the IPCC. The analysis of Nordhaus incorporates a series of choices regarding methods and parameters based on value judgments and questionable assumptions that completely condition his results and make it completely inappropriate to name its prescriptions as the “optimal policy” or as the answer from “economics” to the problem of climate change. The most problematic aspects in his approach refer to the treatment of the future and the uncertainty and the application of the cost–benefit logic itself. In contrast to his proposal, we defend that the economic analysis of climate change should take into account the precautionary, sustainability and environmental justice principles.


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