F. Zamengo, N. Valenzano, Ripensare la comunità tra educazione e pratiche filosofiche. Introduzione

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Ripensare la comunità tra educazione e pratiche filosofiche. Introduzione

F. Zamengo, N. Valenzano

 

Questo numero di «Lessico di Etica Pubblica» si riallaccia idealmente e concretamente con il numero 1/2016, intitolato “Pensare la comunità”, in cui si approfondiva il nesso tra filosofia e comunità chiarendone i principali nuclei teorici. Anche questo numero nasce come prodotto di ricerca del progetto “Filosofia e Pratiche di Comunità. Progetto di ricerca, formazione ed empowerment sociale” realizzato dal Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino, grazie al contributo della Fondazione CRT. Il gruppo di ricerca è costituito da docenti, ricercatori e studiosi provenienti da diversi ambiti disciplinari, dalle discipline filosofiche a quelle pedagogiche. Se il numero del 2016 si inseriva nel dibattito relativo alla comunità da un punto di vista concettuale, questo numero propone di ripensare le comunità alla luce del possibile contributo educativo delle pratiche filosofiche.

Nella  ripresa del discorso sulla comunità, tra implicazioni teoriche e risvolti pratici, si riconosce uno specifico ruolo alla filosofia, sia dal punto di vista teorico che da quello pratico: il tema del rapporto tra individuo e comunità rinvia al senso e al ruolo della filosofia nella società contemporanea. Un aspetto rilevante assume, in questa prospettiva, il discorso educativo. Sembra, infatti, improcrastinabile il bisogno di delineare una pedagogia della comunità capace di inquadrare teoricamente e declinare praticamente la complessa relazione tra soggetto, alterità e collettività. Dal punto di vista pratico il ruolo che la filosofia può assumere, in questo contesto, si declina nel molteplice panorama delle pratiche filosofiche di comunità, descritte in diversi articoli di questo numero. In questa prospettiva, muta il significato stesso di filosofia e il suo ruolo pubblico: il tema del rapporto tra teorico e pratico invita a riflettere su nuovi modelli epistemologici della disciplina e diversi modelli di razionalità. In queste riflessioni, riacquista rilevanza il nesso tra filosofia e pedagogia, mai sopito del tutto, ma che occorre ripensare alla luce di due prospettive in qualche modo convergenti: da un lato in relazione ai possibili incontri tra teoria e pratica, dall’altro in funzione delle mutate esigenze sociali che indirizzano verso una nuova “voglia di comunità”, non immune da insidie.

La prima sezione (“Questioni”) del numero si apre con un saggio del 1978 di Matthew Lipman e Ann Sharp, per la prima volta tradotto in italiano, in cui gli autori mostrano il valore educativo della pratica filosofica implementata con i bambini. Vengono esaminati i benefici cognitivi e culturali che la “Philosophy for Children” può avere nella scuola. Soffermandosi sulle conseguenze sociali e istituzionali della loro proposta, gli autori evidenziano così il carattere innovativo della sottostante teoria educativa. Coerentemente con la proposta Lipman-Sharp ed estendendo la riflessione all’ampio spettro delle pratiche filosofiche, il contributo di Michael Noah Weiss indaga se e come la pratica filosofica possa essere descritta come attività educativa e pratica di apprendimento. In particolare, la pratica filosofica, che assume la saggezza come ideale educativo, è discussa come una forma di apprendimento permanente. Laura Candiotto, nel suo saggio, analizza la virtù della cooperazione discutendone il ruolo della promozione del legame sociale e propone di concepire il dialogo come strumento per educare a questa virtù: in questo quadro il concetto di comunità di ricerca dialogica assume una rilevanza sociale. Su questa linea interpretativa l’articolo di María Teresa De La Garza Camino sostiene il valore emancipativo della “Philosophy for children”, concepita come pratica educativa capace di ridurre o eliminare le condizioni di ingiustizia. Sulla base di questi presupposti, l’autrice presenta un’esperienza formativa rivolta a insegnanti che lavorano in piccole comunità scolastiche del Chiapas. Gli ultimi due interventi della sezione “Questioni” avanzano proposte concrete di educazione attraverso le pratiche filosofiche, mantenendo sullo sfondo il complesso nesso tra comunità, filosofia e pedagogia. Eva Marsal presenta un libro di testo scolastico per la scuola primaria, “Scoprire l’etica con Philo”, approfondendone i presupposti teorici: da un lato il tema del valore educativo dei modelli verso cui tendere e da assumere come esempi degno di ammirazione e imitazione; dall’altra la premessa metodologica delle cinque dita ideata da Ekkehard Martens. Conclude questa prima parte del numero un articolo di Jarosław Marek Spychała in cui si presenta, per la prima volta in lingua italiana, una pratica filosofica e pedagogica, LEGO-LOGOS, svolgendo una riflessione etica sulle sue implicazioni.

La seconda sezione (“Ricerche”) ospita i contributi del gruppo di ricerca del progetto “Filosofie e Pratiche di comunità. Progetto di ricerca, formazione ed empowerment sociale”. La presentazione della ricerca empirica, realizzata tra il novembre del 2015 e il febbraio del 2017 presso l’associazione “MondoQui” di Mondovì (CN), è affidata all’analisi di Sergio Racca e Nicolò Valenzano. Questa analisi mette in luce la validità della “Philosophy for Communities” nei termini dell’empowerment di comunità, riportando i principali risultati raggiunti e rilanciando verso nuovi spunti teorici raccolti nei contributi successivi. A partire dalla valorizzazione lipmaniana del pensiero caring, Graziano Lingua riconosce alla “Philosophy for Communities” un ruolo specifico nell’articolazione epistemologica della filosofia e nella sua esplicita funzione pubblica. Il contributo di Sara Nosari pone l’accento sulla compresenza come possibile forma della comunità attivata dalla “Philosophy for Communities”: compito dell’educazione è custodire questa possibilità dando una direzione alla capacità umana di cambiamento e contemporaneamente sostenere la possibilità del singolo di intervenire sul cambiamento stesso. Riconoscendo la differenza tra adulti e bambini, Federico Zamengo individua nella “Philosophy for Communities” non tanto una strategia educativa quanto una proposta pedagogica che pone criticamente al centro il valore della “ragione pedagogica”, rivolgendosi in modo particolare a quegli adulti con compiti educativi. Anche l’intervento di Paolo Monti individua nelle pratiche filosofiche di comunità una proposta pedagogica, letta in questo caso nei termini di un’educazione alla cittadinanza. A fronte della deriva tecnicistica e strumentale dell’istruzione e della formazione, la “Philosophy for Children/Communities” costituisce un banco di prova per le contemporanee pratiche valutative.

Nel complesso i diversi contributi presentano un quadro articolato della dialettica che percorre il legame tra filosofia, pedagogia e comunità, fornendo interessanti spunti teorici e riportando diverse esperienze pratiche. Proprio il rapporto tra teoria e pratica, nel quadro della svolta pratica in ambito epistemologico, consente di ridefinire il rapporto tra filosofia e pedagogia di fronte al problema della costruzione del legame sociale.

Nel pubblicare questo numero i due curatori desiderano infine ringraziare Sergio Racca (Università di Torino), per il prezioso lavoro di editing svolto.


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