Jean-Christophe Merle, May there be irreparable or unforgivable breaches of trust?

Autore: | Rubrica: Questioni | 469 Visite No comments

Abstract

Le lacerazioni della fiducia provocano diverse reazioni emotive, che vanno dalla rabbia alla resistenza, fino ad arrivare ad azioni violente. Tuttavia, nonostante queste reazioni e questa rabbia, si può continuare a cooperare con persone di cui non si nutre fiducia, o addirittura si diffida e che probabilmente non si perdona. Si può essere
tentati di supporre che la persistenza della rabbia e la ripresa della cooperazione siano incompatibili e di concludere da questa supposizione che la continua cooperazione sia ipocrita o irrazionale. Entrambe le conclusioni sono fallaci. Emozioni, decisioni e razionalità sono tre sistemi separati. Il primo compito di questo articolo è (i) dissipare le confusioni concettuali tra cooperazione continuata, ripristino della fiducia, riconciliazione e perdono dopo la lacerazione della fiducia sulla base di un’analisi concettuale. Sostiene inoltre che (ii), al di là delle lacerazioni della fiducia, è possibile una riparazione, quali condizioni sussistono secondo il tipo di lacerazione e (iii) che non bisogna confondere il superamento del risentimento e della rabbia
con la loro soppressione. Sostiene poi (iv) che non c’è nulla di fondamentalmente imperdonabile. Indaga sull’origine della tesi errata secondo la quale alcuni misfatti sono fondamentalmente imperdonabili. (v) Una ragione di questa convinzione consiste nell’assegnare alla vittima – anziché alle norme etiche – il ruolo chiave nel processo di perdono. (vi) Tenta di confutare gli argomenti a favore di questa convinzione e infine (vii) di individuare l’interesse alla base dell’affermazione dell’esistenza di misfatti fondamentalmente imperdonabili.

Abstract (english)

Breaches of trust cause diverse emotional reactions, ranging from anger to resistance, and even to violent actions. Yet, despite these reactions and this anger, one may keep cooperating with persons whom one no longer trusts, or even distrusts, and whom one likely does not forgive. One may be tempted to assume that continuance of anger and resumed cooperation are incompatible, and to conclude from this assumption that one’s continued cooperation is either hypocritical or irrational. Both conclusions are fallacies. Emotions, decisions, and rationality are three separate issues. The first task of this paper is (i) to dispel conceptual confusions between continued cooperation, resumed trust, reconciliation, and forgiveness after breaches of trust on the basis of a conceptual analysis. It argues (ii) that whether a breach of trust is reparable and, whenever it is, under what conditions depends on the kinds of breaches of trust, and (iii) that one should not confuse overcoming resentment and anger with suppressing them. It then argues (iv) that there is nothing fundamentally unforgivable. It enquires into the source of the erroneous thesis according to which some misdeeds are fundamentally unforgivable. (v) A reason for this belief consists in assigning the victim – instead of ethical norms – the key role in the process of forgiveness. (vi) It attempts to refute arguments in favor of this belief, and finally (vii) to locate the interest underlying the assertion of the existence of misdeeds that were fundamentally unforgivable.


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