P. Monti, Il valore pubblico dell’educazione: sui processi di valutazione come questione etico-politica

Autore: | Rubrica: Ricerche | 1.124 Visite No comments

Abstract

Il valore pubblico dell’educazione gode di ampio consenso nel dibattito culturale e significativa implementazione istituzionale nelle forme dell’obbligo scolastico e del sostegno statale a una molteplicità di agenzie educative. Nelle società democratiche esiste in particolare un nesso importante fra la partecipazione attiva alla vita pubblica e l’apprendimento di capacità di pensiero critico, argomentazione razionale e deliberazione discorsiva non riducibili ai saperi tecnici settoriali. In questa prospettiva, il valore pubblico dell’educazione risiede in primo luogo nel garantire le condizioni di possibilità dell’esercizio della cittadinanza. A supporto di questa tesi, in questa sede si intende mettere in evidenza che l’esercizio della cittadinanza richiede più della semplice acquisizione di conoscenze o competenze. L’educazione alla cittadinanza democratica esige più ampiamente di essere introdotti: (i) alla capacità di partecipare a pratiche cooperative di natura deliberativa, ove sia in gioco la decisione aperta sui principi e sui fini, non solo sui mezzi delle pratiche stesse; (ii) ad una comprensione di sé da parte dei cittadini come soggetti liberi ed eguali, fra loro reciprocamente co-implicati nel definire il senso e i termini della cooperazione sociale che li lega all’interno della comunità. Le pratiche educative rivolte ai cittadini dovrebbero dunque essere valutate in quanto rispondenti, o meno, a questo tipo di esigenza formativa. I processi e i criteri di valutazione delle pratiche educative sono invece spesso dominati da una comprensione di tali pratiche che ne trascura la dimensione morale, cooperativa e deliberativa, in favore di un approccio tecnicistico volto a misurare efficacia ed efficienza con cui vengono trasmesse le conoscenze e le competenze ai singoli. In questo senso, l’applicazione in ambito educativo di pratiche filosofiche come la Philosophy for Children rappresenta un caso esemplare di educazione alla cittadinanza che esige di essere valutata nella sua specificità.

Abstract (english)

The public value of education is widely supported in cultural discourse and it is implemented institutionally in various forms, from compulsory education to state-run educational agencies. Democratic societies rely, in particular, on the important connection between the active participation in public life and the acquisition of skills that encompass critical thinking, rational argumentation, and discursive deliberation that exceed the scope of training in technical disciplines. From this perspective, the public value of education is primarily that it warrants the conditions of possibility that allow for the exercise of citizenship. To support this thesis, here we highlight how the exercise of citizenship requires more than just the mere acquisition of knowledge and skills. Education to democratic citizenship requires an introduction to: (i) the capacity to participate in deliberative-cooperative practices where, beyond mere choices on means, decisions on the principles and ends of cooperation are also at stake; (ii) the citizens’ self-understanding as free and equals subjects who are mutually co-implicated when it comes to the definition of the meaning and terms of social cooperation within the community. The evaluation of educational practices addressed to citizens is, nonetheless, often dominated by a misleading understanding of those practices that overshadows their moral, cooperative, and deliberative dimension to favour a technical approach that measures the efficacy and efficiency of the transmission of knowledge and skills to the individuals. In this sense, the application to educational purposes of philosophical practices like the Philosophy for Children is a positive model of civic education that needs to be evaluated according to its specificity.


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